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Riuscirà l’IIS NOBILI ad aggiudicarsi un posto sul podio?

Siamo ormai a metà nel nostro diario di bordo che vi aggiorna sui risultati dei ragazzi che hanno preso parte al progetto “A Scuola di Data Journalism”.

Oggi vi presentiamo il lavoro del team che ha avuto l’onore di rappresentare l’istituto Nobili, otto ragazzi della classe 1° E dell’IIS NOBILI che, con il sostegno di tre docenti, hanno iniziato la loro analisi da un quesito per loro fondamentale: “l’aria oggi è un pericolo?”

I dati da cui sono partiti non sono di certo rassicuranti: “9 persone su 10 respirano aria contenente alti livelli di sostanze inquinanti. Stime aggiornate rivelano un allarmante bilancio di 7 milioni di morti ogni anno causate dall’inquinamento atmosferico ambientale esterno e domestico”.

I nostri giovani data journalists non si sono fatti scoraggiare dalla delicatezza dell’argomento e con singolare maturità hanno condotto un lavoro certosino, analizzando i dati relativi alla qualità dell’aria misurati in tre diverse stazioni della provincia di Reggio Emilia durante tutto il corso dell’anno passato, soffermandosi su tre inquinanti.

Quali stazioni? San Lazzaro, Viale Timavo e Febbio, per cercare di coprire un po’ tutta la provincia della città. Quali inquinanti? PM10, biossido di azoto e ozono, perché secondo Arpae sono quelli che presentano maggiori criticità.

Dallo studio che hanno condotto è emerso che il PM10 è l’inquinante atmosferico che provoca maggiori danni alla salute umana in Europa. Si tratta di particelle leggere che fluttuano nell’aria e riescono a penetrare in profondità nei nostri polmoni. Gran parte dell’emissione di queste particelle deriva dalle attività umane: il colpevole è infatti da cercare nei gas di scarico dei veicoli con motori a combustione interna, così come nell’usura degli pneumatici, dei freni e dell’asfalto.

Il particolato PM2,5 e l’ozono sono stati studiati anche dal Liceo Ariosto Spallanzani, potete leggere qui la spiegazione di questi due inquinanti.

Cosa hanno rilevato le tre stazioni prese di riferimento dai ragazzi?
Quella di San Lazzaro non è preoccupante. Solo nei mesi invernali, in alcune fasce orarie, i valori di biossido di azoto superano il valore annuo di riferimento. La zona in generale non è soggetta all’intenso traffico urbano quindi, per chi abita vicino alla città, questa è una delle aree con situazione migliore per quel che riguarda la qualità dell’aria che si respira.
La stazione di Viale Timavo registra invece alti valori degli inquinanti, come logicamente ci si aspetta da una zona soggetta al traffico intenso. Il biossido di azoto supera più volte il valore annuo di riferimento, soprattutto nei mesi invernali, mentre il particolato supera il limite giornaliero per quasi tre mesi nella stagione invernale nelle fasce orarie di punta. In questa zona, limitrofa al centro città, non si respira di certo aria pulita.
Anche la stazione di Febbio ha in serbo per noi delle sorprese: i ragazzi si aspettavano giustamente dell’aria più pulita ma, contro le loro aspettative, hanno osservato che l’ozono ha superato anche qui diverse volte il limite soprattutto nelle calde giornate estive.

Quali soluzioni proporre? Difficile pretendere una risposta da ragazzi di 15 anni. Il lavoro che hanno fatto è andato ben oltre le capacità che ci si aspettano da quelli che possiamo definire “giovani adulti”. È forse ora compito di noi “veri adulti” prendere in mano la situazione, facendo quanto possibile per diminuire quella che può essere la nostra fonte di inquinamento, per non peggiorare la situazione.

Appuntamento alla prossima settimana con un nuovo aggiornamento sui nostri ragazzi.

 

M. Doina Mareggini

Tags : studenti

The author Redazione Unimore