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Anche a quindici anni ci si può definire “Nobili”.

Mancano ormai meno di due settimane alla consegna dei progetti dei ragazzi così, per completare il nostro tour tra i banchi delle scuole partecipanti, siamo passate a farci raccontare l’andamento dei lavori anche all’istituto Nobili.

“Ormai siamo alla fine, ma ripercorriamo insieme il lavoro che avete svolto finora: il tema che stato scelto è…”

Studenti: “Il tema scelto riguarda l’inquinamento dell’aria. Stiamo parlando di quali siano gli inquinanti in generale e abbiamo analizzato il gas serra cercando di capire a che cosa è dovuto. Il primo passo è stato scaricare i dati dal sito dell’Arpae: abbiamo selezionato diverse zone di Reggio, per poter confrontare sia il centro che, ad esempio, una località periferica come Febbio. In questo modo abbiamo potuto considerare tutto il territorio, lavorando su larga scala, poiché è stata presa in considerazione l’intera provincia.”

“Come vi siete trovati nell’affrontare questo tipo di lavoro, lontano dal classico metodo scolastico?”

Studenti: “Abbiamo utilizzato Excel. Per alcuni un programma già conosciuto, altri invece erano alle prime armi. Gli insegnanti ce lo hanno comunque spiegato anche durante le lezioni di informatica, abbiamo fatto un po’ fatica ma non abbiamo riscontrato grandi difficoltà. Inizialmente abbiamo dovuto sistemare i dati raccolti perché, appena scaricati, erano un po’ in disordine e caotici: li abbiamo divisi per mese e orario, in modo da riuscire a visualizzarli con dei grafici e poter monitorare tutto al meglio, rendendo visivamente semplice l’interpretazione dei picchi di inquinamento.”

“Potete farmi vedere un grafico?”

Studenti: “Prendiamo ad esempio il mese di gennaio, 2017. Nonostante l’andamento generale non sia preoccupante, nelle zone considerate ci sono due picchi di aumento degli inquinanti che corrispondono alle stesse fasce orarie: i due momenti della giornata in cui la gente va e torna dal lavoro. Le rilevazioni sono fortemente influenzate da quante automobili sono in giro; di notte, infatti, gli agenti inquinanti rasentano lo zero, mentre i valori dell’ozono hanno dei picchi significativi soprattutto verso l’orario di pranzo.”

“Ora che ormai state giungendo alla conclusione, cosa ne pensate di questo progetto?”

Studenti: “Mancano solo due settimane e presenteremo i risultati con le nostre soluzioni, siamo ad un buon punto. Il progetto è stato interessante: nessuno se lo aspettava, ma possiamo dire che è stato davvero divertente! Nonostante il compito sia stato presentato molto seriamente, lavorare con gli amici ha reso tutto più semplice e siamo riusciti ad affrontare con attenzione un argomento delicato come questo. Se venisse riproposto? Parteciperemmo anche l’anno prossimo, coinvolgendo meglio anche i nostri compagni di classe (l’adesione al progetto in questa classe era su base volontaria, ndr).”

“Qualche anticipazione sulle possibili soluzioni da proporre?”

Studenti: “Dobbiamo ancora parlarne, sicuramente investire sulle auto elettriche non sarebbe una brutta idea, anche se il problema vero diventerebbe poi riuscire a caricarne le batterie in maniera più efficace. Nelle zone che abbiamo analizzato il problema è strettamente legato all’utilizzo delle automobili, che sarebbe per questo da ridurre. Ad ogni modo, bisogna puntare molto sulle energie rinnovabili: solare, elettrico, idrico e geotermico. Pensiamo ad esempio agli inceneritori, usati per bruciare i rifiuti: perché disperdere così tanta energia quanto potrebbe essere convertita in energia termica?”

“Puntereste quindi più sulle industrie o sui privati?”

Studenti: “Su entrambi. In primo luogo sulle industrie, ma secondariamente anche sui singoli cittadini. In California, ad esempio, c’è una legge per la quale è obbligatorio montare almeno un pannello solare per ogni casa nuova costruita. In Italia non crediamo proprio sia così. E l’investimento economico non è poi così pesante da sostenere come pensiamo, nel giro di qualche anno infatti la spesa rientra del tutto.”

 

Abbiamo colto l’occasione per parlare direttamente anche con la prof. Emilia De Leonibus.

“Un parere su come hanno lavorato gli studenti?”

Emilia De Leonibus: “Mi sono trovata molto bene con i ragazzi, sono stati davvero molto bravi, si sono appassionati fin da subito al tema. Credo sia stata una buona cosa proporre alla classe l’adesione volontaria, in questo modo ha partecipato solo chi veramente interessato e in questa classe c’è stata un’ottima risposta. Sono rimasti anche entusiasti dell’Hackaton. Inizialmente erano timorosi, essendo i più piccoli credevano di partire svantaggiati, ma non solo sono riusciti a partecipare e collaborare, hanno infatti ottenuto anche buoni risultati, e vedere il proprio lavoro valorizzato trovandosi al fianco di compagni più grandi li ha stimolati e spinti a credere nelle loro potenzialità e capacità. Il tema li ha appassionati così tanto che, di loro spontanea volontà, hanno pubblicato un articolo sul giornalino dell’istituto sul tema dell’inquinamento, centrale nel loro progetto. Bravi, interessanti, attenti, instancabili. Abbiamo trovato una buona classe, ci hanno stupiti e sorpresi, giovani ma con molta voglia di fare: noi insegnanti possiamo solo dire di essere contenti e soddisfatti del loro lavoro.”

 

Questi ragazzi ci hanno trasmesso molta passione e un grande entusiasmo, non ci resta che incontrarli nuovamente a progetto concluso.

Maria Doina Mareggini

Tags : studenti

The author Redazione Unimore