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Esperienze di Data Journalism

Al via il progetto promosso dal Comune per portare l’analisi dei dati nelle scuole

Un’occasione di formazione per gli studenti, ma anche di aggiornamento professionale per gli insegnanti. Un progetto che mira a promuovere l’uso dei dati come fonti per dar forza alle storie che si raccontano. Un contest che premierà gli elaborati dei ragazzi che meglio riusciranno ad approfondire, utilizzando queste tecniche, una tematica legata all’ambiente, filo conduttore del percorso.
Ecco cos’è, in breve, “A scuola di Data Journalism”, iniziativa promossa dal Comune di Reggio Emilia e rivolta alle scuole superiori della città, in collaborazione con Arpae Emilia-Romagna e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Nel primo degli incontri con gli esperti, tenutosi lo scorso 28 novembre, gli insegnanti hanno iniziato a conoscere il mondo del data journalism guidati dalla giornalista e comunicatrice scientifica Elisabetta Tola, tra i principali promotori di questa tipologia di giornalismo in Italia. Modalità di fare informazione che nel nostro Paese in realtà non ha ancora una forte tradizione, ma che vanta una storia di oltre 150 anni, iniziata nel contesto anglosassone e oggi in via di diffusione a livello globale.
Dopo un breve excursus storico sulle origini della disciplina, la dottoressa Tola ha presentato alcune delle più recenti inchieste di data journalism realizzate in Italia, tra cui l’indagine #scuolesicure condotta dalla rivista Wired a dieci anni dalla tragedia di San Giuliano di Puglia per fare il punto sulla condizione delle strutture scolastiche nel Belpaese (analisi successivamente approfondita anche da agi.it) e il reportage sul progetto #scuoledigitali curato dall’Agenzia Giornalistica Italia.
“Tutti questi esempi – ha spiegato la giornalista – servono a capire come questi dati possono poi diventare una base di studio, e cosa si può arrivare a produrre con essi”: una bella dose d’ispirazione per i docenti che dovranno guidare le classi nel progetto.
Nella seconda parte dell’incontro, di taglio più pratico, la giornalista ha presentato alcune possibili fonti di dati, come il sito dell’Istat o il portale dedicato del Comune di Reggio Emilia, e spiegato alcune delle modalità con cui presentare i risultati ottenuti dall’analisi e renderli visivamente attraenti ma anche più facilmente fruibili al lettore (nella maggior parte dei casi essi sono riportati in mappe interattive), proprio perché il fine ultimo di questa forma di giornalismo è quello di restituire i dati alle persone in un modo che consenta loro non solo di avere un accesso diretto all’informazione originale, ma anche di poterne personalizzare l’interpretazione, andando concretamente ad agire sulle modalità di visualizzazione delle mappe.
“Un’esperienza sicuramente interessante” ha dichiarato Patrizia Nanni, docente di Italiano e Latino del liceo Ariosto Spallanzani. “Adesso si tratta solo di vedere come applicare il tutto alla pratica”.
Una sfida che vi racconteremo, pagina dopo pagina, in questo blog.
Pronti a seguirla con noi?

Stephanie De Monte

The author Redazione Comune

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