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LA CORSA ALLA MEDAGLIA D’ORO CONTINUA: tocca al Liceo Ariosto-Spallanzani mettersi in gioco!

Rieccoci qua!
Sperando con il precedente articolo di avervi rinfrescato la memoria e di avervi tenuti inchiodati allo schermo per la curiosità, siamo tornati per raccontarvi le fasi finali di “A Scuola di Data Journalism” e di come i vari istituti aderenti al progetto si stiano contendendo il primo premio per gli elaborati svolti.

Oggi è il turno del Liceo Ariosto-Spallanzani, con la classe 1G capitanata dalla professoressa Patrizia Nanni. Avevamo avuto l’opportunità di conoscere gli studenti della 1G questa primavera, quando il progetto era ancora in elaborazione; in tale occasione ci avevano anticipato i temi su cui avrebbero lavorato e la tipologia di mezzi con i quali li avrebbero presentati. Già allora ci avevano fatto un’ottima impressione, e adesso possiamo dire con certezza che le aspettative non sono state deluse!

I ragazzi hanno scelto di parlare dell’inquinamento atmosferico, focalizzandosi sull’area urbana di Reggio Emilia e trattando, in particolare, tre tipologie di inquinanti: PM 2.5, NO2 e OZONO.
Per presentare le analisi svolte hanno creato un sito web, mediante il quale è possibile accedere ai vari contenuti proposti attraverso grafici, articoli ed un cortometraggio.

Il cortometraggio si propone come un’infarinatura sulle tematiche affrontate, proposte attraverso una storia molto semplice, recitata interamente dagli studenti.

Un professore, durante l’ora di scienze, illustra alla classe i vari effetti negativi causati dall’inquinamento atmosferico, inserendolo in un contesto storico che trova le sue origini nella rivoluzione industriale del XIX secolo, e nel conseguente utilizzo consumo di carbone e combustibili fossili. Finite le lezioni, alcuni studenti si ritrovano a passeggiare per il centro di Reggio Emilia e uno di loro si lamenta dell’aria irrespirabile e di quanto questa sia preoccupante, agganciandosi al discorso fatto poco prima dal professore. Tuttavia il suo compagno non è d’accordo, non considerando la problematica di vitale importanza e non mostrandosi interessato ad approfondirla. A questo punto interviene un’altra amica, che spiega loro in modo coinciso ed immediato i vari agenti inquinanti, da cosa sono generati e quali sono i danni maggiori che provocano.

Che l’inquinamento ambientale sia un’enorme piaga dei nostri tempi è ormai appurato, ma sappiamo davvero quanto esso agisca negativamente sulla nostra quotidianità, e in quale maniera? Per scoprirlo non ci resta che dare un’occhiata agli articoli e ai grafici realizzati dai ragazzi, in cui sono stati diligentemente approfonditi i concetti brevemente accennati all’interno del videoclip.

Partiamo innanzitutto dal PM 2.5, l’inquinante più nocivo per l’organismo umano.
Il PM 2.5 è una polvere sottile che, una volta respirata, può arrivare fino agli alveoli polmonari ed immettersi nel flusso sanguigno, causando anche il cancro. Si tratta di particelle di origine organica o inorganica, emesse da industrie ed autoveicoli.
Notevoli sono anche i danni che causa all’atmosfera, in quanto luminosità e visibilità vengono limitate, e la temperatura terrestre aumenta.
Infine, il PM 2.5 causa la formazione di piogge acide che, depositandosi sulle foglie degli alberi, ostacolano il processo di fotosintesi.
Gli studenti hanno analizzato la quantità di PM 2.5 rilevato nella Stazione San Lazzaro: dal grafico realizzato si nota che i mesi invernali sono il periodo in cui la sostanza è presente in maggior misura, a causa di un utilizzo massiccio di autoveicoli e riscaldamento domestico, mentre in estate, al contrario, la sua presenza diminuisce considerevolmente.

Passiamo ora al biossido di azoto, conosciuto anche con la sigla NO2.
Si tratta di un gas tossico, dall’odore acre e con un forte potere irritante, prodotto dell’ossidazione del monossido d’azoto in atmosfera.
I biossidi d’azoto possono avere origine naturale, ma vengono perlopiù prodotti dagli impianti di combustione ad alta temperatura, tra cui anche le centrali termoelettriche. Ovviamente, un’altra principale causa della diffusione di CO2, specialmente nelle aree urbane, è il traffico veicolare.
Come il PM 2.5, il biossido lede gravemente alla nostra salute, colpendo maggiormente le vie aeree: irrita le mucose e si fa propaggine di infezioni polmonari, causando enfisemi, bronchiti croniche ed asma.
Purtroppo, anche questa volta i grafici non portano buone notizie: a Reggio Emilia, infatti, i valori massimi di CO2 superano il limite tutto l’anno, con un notevole picco tra febbraio e aprile. Meglio con i valori medi, che invece superano il limite solo nel periodo da ottobre a marzo.

Per ultimo, ma (ahinoi) non meno importante, abbiamo l’ozono.
L’ozono, presente naturalmente negli alti strati dell’atmosfera dove ci protegge dalle radiazioni ultraviolette del sole, si trova invece al suolo come prodotto dell’inquinamento e in particolare si forma quando altri inquinanti, quali ossidi di azoto e composti organici volatili, reagiscono a causa della presenza della luce del sole. Come si può osservare dal grafico redatto dagli studenti, esso si genera soprattutto d’estate, necessitando di temperature elevate per generarsi.
Tra le cause, troviamo quasi tutte quelle già citate per gli inquinanti precedenti: industrie, solventi chimici, veicoli a motore, centrali elettriche, combustione di carburanti.
L’ozono danneggia fortemente la natura. Ritarda la fotosintesi, influendo sulla crescita delle piante e causando anche gravi perdite nell’agricoltura. Agisce anche negativamente sull’organismo umano, seppure in misura minore rispetto a PM 2.5 e CO2; provoca irritazioni ad occhi e naso, tosse e, in casi più estremi, può addirittura far insorgere un invecchiamento precoce dell’apparato polmonare.

Il quadro generale emerso, insomma, non si annovera tra i più felici. A questo punto è inevitabile dunque chiederci: cosa possiamo fare, noi, per migliorare la situazione?

Di certo, in futuro le nuove tecnologie ci permetteranno di gestire l’inquinamento con risultati proficui, anche se combatterlo del tutto, per ora, è praticamente un’utopia. Ma nella nostra quotidianità possiamo fare tanti piccoli passi che piano piano, tutti insieme, possono portare ad un cambiamento positivo non indifferente: scegliere di fare una passeggiata al posto di guidare l’automobile o, quando si tratta di brevi tratti di strada, andare in bicicletta, o prediligere i mezzi pubblici; altra buona pratica è di ridurre l’utilizzo del riscaldamento domestico, quando possibile.

 

I ragazzi del liceo Ariosto-Spallanzani sembrano aver preso molto a cuore questa problematica, e a noi non resta che seguire il buon esempio e ringraziarli per averci messo all’erta sui pericoli che corriamo, e ai quali andremo incontro sempre di più, se non ci muoviamo a fare qualcosa.

Saranno loro i vincitori dell’ambitissimo premio?
Sappiamo che non state più nella pelle per scoprirlo, ma dovrete pazientare ancora un po’!

Continuate a seguirci, alla prossima puntata!

Elisa Castagnetti

Tags : studenti

The author Redazione Unimore