close

Ultimo, ma non meno importante: l’I.I.S. Blaise Pascal è pronto alla sfida

Ormai ci siamo!

La premiazione finale di “A scuola di data journalism” è alle porte, e non stiamo più nella pelle nell’attesa di sapere chi sarà il vincitore. Se ci avete seguito in queste ultime settimane, saprete che vi abbiamo raccontato, scuola per scuola, i vari elaborati in gara. Il nostro intento era quello di instillarvi quella sana dose di curiosità e suspense. Sperando di esserci riusciti, chiudiamo il sipario di questa sfilata presentandovi il progetto della classe 2°L dell’Istituto Blaise Pascal, coordinata dalla professoressa Elena Barozzi con l’aiuto degli insegnanti Paola Seneghini, Mariacarla Fornaciari e Carla Mori.

Per comunicare i loro contenuti, i ragazzi hanno scelto di realizzare un sito web tramite Adobe Spark Page. Accedendo alla home page, si nota subito un utilizzo molto gradevole delle immagini, che richiamano perfettamente i temi discussi: la proliferazione degli agenti inquinanti e come essi influiscano negativamente sulla natura e sull’ambiente in cui viviamo. In particolare, gli studenti hanno concentrato il loro interesse sugli effetti dell’inquinamento in Emilia Romagna, e nella provincia reggiana.

Ma vediamo insieme cosa hanno scoperto tramite le loro analisi.

Una delle cause primarie dell’inquinamento ambientale sono senz’altro le emissioni provocate dagli automezzi. Nonostante si cerci sempre di promuovere l’utilizzo di biciclette e mezzi pubblici, almeno per quanto concerne l’area urbana, il numero di veicoli ad uso privato in Italia, in particolare automobili e motocicli, è in continuo aumento. Al contrario, il numero di autobus è rimasto costante, mentre vi è stato un decremento, localizzato tra il 2008 e il 2010, nell’utilizzo dei rimorchi. Questi dati, riguardanti l’arco temporale degli ultimi quindici anni, si mantengono uguali anche in Emilia Romagna e quindi a Reggio Emilia.

Gli studenti hanno poi analizzato la presenza dei vari inquinanti nell’area emiliana.

Partiamo in primis dall’ozono, analizzato nel quinquennio 2009-2014. Secondo i dati raccolti nella provincia reggiana, si è verificato un improvviso innalzamento del valore di ozono nell’anno 2011, in cui si è raggiunto il picco massimo, mentre il valore si è gradualmente abbassato negli anni a seguire.

Passiamo ora al PM 2,5: il lavoro in questo caso è stato svolto prendendo in considerazione la media annuale di emissione, calcolata su tutte le province dell’Emilia Romagna, tra gli anni 2009 e 2015. Possiamo notare come il valore di PM 2,5 si sia mantenuto quasi costante fino al 2012, poi abbia subito un graduale calo per poi rialzarsi dopo il 2014. In questa classifica provinciale, ahimè, Reggio Emilia si riserva un gradino del podio, collocandosi al terzo posto. È allarmante inoltre vedere come la media reggiana superi, tutti gli anni, quella regionale. Inoltre, sempre nello stesso lasso di tempo, i ragazzi hanno confrontato i valori minimi e massimi provinciali con i corrispettivi regionali; la corrispondenza è molto simile, e negli 2010 – 2011 – 2012 è addirittura uguale.

Riguardo al PM 10, come periodo di analisi si è scelto di mantenere il 2009-2015. Confrontando i valori medi di PM 10 annui a Reggio Emilia con quelli della regione Emilia Romagna, si rileva ciò visto già precedentemente con il PM 2,5, ossia che la media reggiana supera, anche se di poco, la media regionale. È altresì evidente che dal 2012 al 2014 vi è stato un netto calo, mentre vi è stato un aumento a partire dal 2015. Diminuzione ed innalzamento del livello di PM 10 possono essere provocati da diversi fattori ambientali: nel primo caso, la causa determinante può essere un’estate molto calda, o un inverno più caldo e piovoso del solito; nel secondo, invece, può trattarsi di un’estate più mite, o di un inverno più freddo.

Infine, abbiamo il CO2, meglio conosciuta come anidride carbonica. Questa volta gli studenti si sono focalizzati sull’aspetto globale degli effetti negativi dell’inquinante, mostrando come la presenza di CO2 nell’aria sia aumentata esponenzialmente dal 1960 ad oggi. Conseguentemente, di pari passo, è aumentato il livello del mare; l’innalzamento marino è infatti uno degli effetti più disastrosi legati all’esubero di anidride carbonica.

La presenza massiccia di questi inquinanti ha prodotto cambiamenti climatici non indifferenti. In particolare, nell’area padana, si è verificato un aumento della temperatura, mentre le precipitazioni sono diminuite. Di nuovo, campanello d’allarme per Reggio Emilia, che anche in questa graduatoria provinciale si classifica al terzo posto.

All’interno del progetto, la classe 2°L non si è però solo limitata ad analisi scientifiche, ma ha deciso di coinvolgere in prima persona gli altri studenti dell’istituto Pascal, sottoponendo loro un questionario ispirato al concetto di impronta ecologica, ossia un indice statistico, misurabile in ettari, che mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con le capacità effettive della Terra di rigenerarle. Le domande sono state le più varie: sulla raccolta differenziata, l’utilizzo dell’automobile, il tipo di riscaldamento usato in casa… Alla fine, è risultato che uno studente medio consuma quasi 6 ettari. Non abbastanza, se pensiamo che secondo gli scienziati bisognerebbe consumarne meno di 4 per avere un comportamento eco-sostenibile.

Le eventuali soluzioni per ridurre l’inquinamento sono molteplici. Se non ci è possibile diminuire l’utilizzo dell’automobile, possiamo almeno cercare di sceglierne una a basso consumo, così come gli elettrodomestici. Anche in casa, isolare bene muri, cantine e soffitti è già un buon inizio; sarebbe bene montare doppi vetri alle finestre, e sigillare buchi o crepe per evitare la perdita di calore e quindi di energia. Molto utile sarebbe anche l’installazione di pannelli solari sul tetto, la collocazione di un termostato in ogni stanza, e fare sempre una manutenzione regolare della caldaia.

Pensando più in grande, si potrebbero considerare iniziative sul territorio cittadino che rendano i servizi urbani più efficienti a livello energetico; per esempio, aumentando le aree verdi, promuovendo l’uso della bicicletta e la pedonalità, costruendo un sistema di trasporto sostenibile. Anche le aziende agricole potrebbero adottare misure che giovino all’ambiente, come l’utilizzo di metodi biologici e di fertilizzanti meno ricchi d’azoto.

Insomma, i presupposti per poter avviare una condotta ecologica e sostenibile ci sono tutti; sta a noi decidere di non chiudere più gli occhi e fare il primo passo.

Se il progetto dell’Istituto Pascal vi è piaciuto, non vi resta che fare il tifo per i ragazzi della 2°L; saranno loro ad aggiudicarsi il primo posto?

Nel frattempo, vi ricordiamo che la premiazione finale avverrà il 20 ottobre durante After, festival sull’innovazione digitale. Noi ci saremo, ovviamente, per non farvi perdere nemmeno un aggiornamento!

Elisa Castagnetti

Tags : studenti

The author Redazione Unimore