Dopo aver scoperto cosa sono i big data, la seconda lezione di “A scuola di data journalism” ha trattato la produzione e il recupero di open data a partire da dati grezzi. La questione è stata affrontata nel dettaglio da Stefano Cattani, referente del progetto open data per Arpae Emilia-Romagna, durante l’incontro con gli insegnanti tenuto il 15 dicembre. L’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia dell’Emilia-Romagna (Arpae), nell’ambito della sua mission istituzionale, produce dati sulla qualità dell’aria che mette a disposizione di tutti i cittadini. È su questi che gli studenti che partecipano al nostro progetto lavoreranno per produrre i loro elaborati. “Partire con il data journalism nel settore dell’ambiente è importante.” ci racconta Stefano Cattani.
Strumento molto importante per questo lavoro è il portale open data realizzato con tecnologia Ckan, diventato il primo mezzo con cui approcciare i dati, insieme al sito web dell’Arpae, vetrina dove tutto è reso trasparente e alla portata di tutti. Il portale raggruppa al suo interno una varietà di dati storici, dati di qualità dell’aria, dati dei pollini, rifiuti urbani, temperature, ecc.
Sono stati illustrati altri strumenti utili al recupero degli open data come il programma online My map by Google e il portale Dext3r, estrattore di dati per un pubblico che ne ha bisogno in modeste quantità e che potrebbe diventare uno strumento perfetto per gli studenti.
I dati sono pubblici, ma capita a volte che questi vengano pubblicati con degli errori o delle omissioni e proprio per questo chi lavora per Arpae come produttore di open data desidera ricevere più risposte da chi li utilizza, non solo per capire la loro diversa interpretazione ma anche per la segnalazione di eventuali errori. L’incontro è proseguito con numerose interazioni tra professori e rappresentanti sia di Arpae che del Comune di Reggio Emilia. Domande di chiarimento, riassunti degli altri incontri, precisazioni, esempi, sono stati fonte di ispirazione per i docenti che riporteranno le nozioni apprese ai ragazzi delle scuole superiori.
Gabriella Fauci