Venerdì 15 dicembre ha avuto luogo il secondo incontro di formazione per i docenti dei vari istituti della città che hanno aderito al progetto “A Scuola di Data Journalism”.
I relatori che hanno preso parola durante questa giornata sono referenti di Arpae che, dopo un approfondito excursus su come “l’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l´Ambiente e l´Energia dell’Emilia-Romagna” raccoglie e mette a disposizione i propri open data, hanno affrontato l’argomento specifico del progetto, ovvero la qualità dell’aria a Reggio Emilia.
Come è stato sottolineato, i problemi che un’agenzia di questo tipo si trova di fronte sono sempre più grandi e sempre più difficili da gestire con il passare del tempo. Il lavoro di Arpae, nell’ambito della produzione dati, è molto complesso e richiede una gran competenza. L’agenzia si occupa infatti non solo della raccolta dati ma anche della loro diffusione via web, cercando di raffigurare visivamente su una mappa la distribuzione degli agenti inquinanti sul nostro territorio. In questo modo risulta molto semplice crearsi un’idea immediata ed essenziale dello stato attuale della qualità dell’aria che il cittadino respira. Non bisogna tralasciare però che le rilevazioni di questi dati sono talmente approfondite da dare la possibilità all’utente appassionato o, semplicemente curioso, sia di risalire con precisione ai singoli agenti inquinanti presenti nell’aria sia di determinare con accuratezza la quantità di questi.
La descrizione della qualità dell’aria è l’interazione elaborata di diversi aspetti: per il monitoraggio dell’inquinamento è necessario avere sotto controllo, ad esempio, sia i camini delle normali abitazioni così come le emissioni delle aziende.
In Emilia Romagna negli anni ’70 sono nate le prime stazioni di registro di qualità dell’aria: come si può immaginare oggi la strumentazione è decisamente diversa, è elettronica ed automatica, e ogni analizzatore è specifico per un agente inquinante. Ad esempio ci sono stazioni mobili in grado di fare rilevazioni in tempo reale, mentre per altri inquinanti è necessaria un’analisi vera e propria in laboratorio. Nel dettaglio è poi stato mostrato come la regione Emilia Romagna sia divisa in tre zone (pianura est, pianura ovest e appennino) che meteorologicamente si comportano in modo diverso e quindi anche i dati relativi all’inquinamento dell’aria sono differenti.
La delicatezza con cui sono stati toccati questi argomenti ha fatto in modo che alcuni luoghi comuni venissero contestati e smentiti. Dopo un approfondimento dal punto di vista chimico sul comportamento di certi inquinanti e sulle loro fonti emissive, l’incontro si è concluso con un dibattito sia tecnico che etico tra docenti e relatori su come cercare di rendere meno inquinata l’aria che respiriamo e, a monte, comprendere quali siano le precauzioni da mettere in atto per salvaguardare la qualità dell’aria della nostra città.
M. Doina Mareggini