Siamo ormai a maggio e “A scuola di Data Journalism” è nel pieno della sua fase operativa.
Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere da vicino una delle classi partecipanti al progetto, la 1G indirizzo informatico del Liceo Ariosto Spallanzani di Reggio Emilia, guidata dalla professoressa Patrizia Nanni, che avevamo già avuto il piacere d’intervistare qualche mese fa, quando il progetto era ancora nella fase di brainstorming iniziale.
In quel primo incontro la professoressa ci aveva comunicato un gran entusiasmo per le tante e originali idee che stavano scaturendo dagli studenti: i propositi saranno stati mantenuti? Scopriamolo insieme!
“Professoressa Nanni, ci eravamo già incontrate mesi fa, quando il lavoro nelle classi non era ancora iniziato. Come si sta svolgendo ora l’attività, dal punto di vista di voi insegnanti?”
Patrizia Nanni: “Sono molto contenta di come gli studenti stanno lavorando; nonostante ogni tanto si crei un po’ di confusione, com’è anche normale che sia vista la loro giovane età e le tematiche non semplicissime del progetto, sono ragazzi seri e partecipativi, e finora hanno sempre dimostrato un grande impegno. Come avevo già accennato durante il nostro primo incontro, ho fortunatamente avuto l’aiuto dei miei colleghi di scienze e informatica: quest’ultimo si è premurato di far lavorare i ragazzi sui grafici in vista dell’Hackaton, attività a cui l’intera classe ha partecipato, in modo che sapessero bene di cosa si sarebbe trattato, e ha continuato a supportare il lavoro in classe come meglio ha potuto. La docente di scienze ha invece organizzato un incontro con un esperto, chimico dell’Università, che ha approfondito il tema degli inquinanti, argomento che interessava molto anche all’insegnante stessa. L’unica difficoltà è stata la gestione dei tempi, ossia trovare il giusto spazio, all’interno dell’orario scolastico, da dedicare alla realizzazione del progetto, ma alla fine siamo riusciti ad organizzare tutto per il meglio.”
“Quindi se si presentasse l’occasione, in futuro, di partecipare di nuovo ad un progetto simile, sarebbe favorevole?”
Patrizia Nanni: “Certo, è un’iniziativa talmente interessante che la voglia di rifarne parte ci sarebbe senz’altro. L’unico appunto che mi sento di fare, però, riguarda la necessità d’indirizzare il progetto verso professori di competenza più scientifica: essendo io un’insegnante di lettere, quindi poco avvezza all’ambito in questione, ho aiutato i ragazzi nella stesura dei testi, ma per il resto mi sono quasi del tutto affidata ai miei colleghi di scienze ed informatica: è a loro che dovrebbe venire destinata la guida di un’attività dall’impronta così prettamente scientifica.”
“I corsi di formazione a cui aveva partecipato nei primi mesi l’hanno aiutata?”
Patrizia Nanni: “Sicuramente, i corsi di formazione mi hanno molto aiutata ad indirizzarmi meglio all’interno di un settore che conoscevo poco, e di conseguenza mi sono stati davvero utili per poi a mia volta guidare gli alunni durante il lavoro svolto in classe. Tuttavia, ribadisco ciò che ho detto prima: sarebbe comunque meglio se a capo di un’attività simile ci fossero insegnanti di materie scientifiche.”
Ecco invece ciò che ci hanno raccontato gli studenti:
“E’ la prima volta che abbiamo l’occasione di parlare con voi studenti: siete i veri protagonisti del progetto, ci raccontate come si sta svolgendo il vostro lavoro?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “Il tema di base di cui ci stiamo occupando è ovviamente quello dell’inquinamento ambientale. Ci siamo organizzati dividendoci in gruppi: un gruppo si occupa della realizzazione del video, un altro opera sui dati grezzi per poi trasformarli in grafici, un altro ancora scrive gli articoli sui dati trovati. Quest’ultimo gruppo si è a sua volta diviso in sottogruppi, ognuno dei quali racconta di un inquinante diverso.”
“Vi si sono presentate difficoltà o non avete avuto particolari problemi?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “Chiaramente qualche difficoltà l’abbiamo avuta, in particolare per quanto riguarda la ricerca dei dati e la loro organizzazione in grafici. Non è stato semplicissimo, considerando che è la prima volta che ci troviamo a lavorare su questi temi.”
“L’idea di realizzare un video è molto interessante, vi va di darci qualche anticipazione al riguardo?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “Pensavamo di cominciare con le riprese sabato 5 maggio, per poi montare il tutto successivamente. Il copione è già pronto: l’idea è quella di ricreare una tipica lezione scolastica, dove un professore spiega alla classe il tema dell’inquinamento ambientale in modo abbastanza complicato; gli studenti inizialmente fanno fatica a capire, ma poi interviene un ragazzo che rispiega ai compagni l’argomento in maniera più chiara e semplice, facendo interessare anche gli altri studenti e dando vita a un bel dibattito. Ovviamente tutti i personaggi, sia l’insegnante che gli alunni, verranno interpretati da noi studenti.”
“Avete tutti partecipato all’Hackaton, ci raccontate com’è andata?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “In tutto eravamo circa 80 ragazzi, provenienti dai vari istituti aderenti al progetto. Siamo stati divisi in 7 gruppi, mischiando studenti di classi e scuole diverse tra loro. Ogni gruppo si occupava di una tematica differente e a sua volta veniva diviso in due parti: alcuni ragazzi hanno elaborato i dati in grafici, mentre altri si sono dedicati all’esposizione dei risultati ottenuti, e alla fine siamo tutti giunti a delle buone soluzioni relative alle problematiche trattate.”
“Come vi siete trovati a lavorare con ragazzi di altre scuole?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “Ci è piaciuto molto, entrare in contatto con studenti di altri istituti è stata un’esperienza davvero positiva, ci ha permesso di confrontarci sull’andamento del progetto e su ciò che abbiamo imparato finora, ma soprattutto è stato un momento di collaborazione in cui ognuno di noi ha condiviso le idee su cui lavora la propria classe senza alcun tipo di riserbo o senso di competizione.”
“Le fake news sono una delle tematiche più importanti del progetto, e forse quella più vicina a voi giovanissimi. Il vostro modo di rapportarvisi è cambiato rispetto a prima di iniziare quest’attività?”
Studenti 1G Ariosto Spallanzani: “Prima, davanti ad una notizia apparsa in rete, non ci soffermavamo troppo a pensare se fosse vera o meno, tendavamo a dar per scontata la sua veridicità. Grazie al progetto abbiamo invece imparato come utilizzare gli strumenti necessari per capire se ciò che leggiamo si attiene alla realtà o se è invece una notizia falsa, e sicuramente lavorare sugli open data è stata una grande opportunità per aiutarci anche in futuro a destreggiarci meglio tra le insidie del web come le fake news.”
I ragazzi hanno confermato l’entusiasmo della professoressa Nanni all’idea di poter di nuovo partecipare in futuro ad un’attività con tematiche simili a “A scuola di Data Journalism”. Ci è sembrata una classe davvero affiatata, ed è stato bello ritrovare la professoressa così entusiasta e soddisfatta dei suoi alunni e del lavoro svolto assieme. Non ci resta che augurare loro un buon proseguimento dei lavori, con una ancor più forte curiosità di scoprire come sarà il video che andranno a realizzare. Per ora abbiamo avuto un’ottima impressione… Siamo sicuri che non deluderanno le aspettative!
Elisa Castagnetti